Subject: [LUNGO] "Se tutto va bene siamo rovinati"
From:     "stefano"
Date:     Sun, 19 Apr 1998 23:28:53 +0200
Parte I - 5 cose certe che posso dire su "STVBSR"
1. E` un film.
2. E` di Gigi e Andrea
3. La prestazione di Gegia e' ottima.
4. La colonna sonora e' funzionale.
5. E' un capolavoro del trash
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Parte II - 5 cose che non so se posso dire su "STVBSR"
1. E' un bel film.
2. E' un brutto film.
3. Mi e' piaciuto.
4. Non mi e' piaciuto.
5. Dimostra che Gigi e Andrea sono falliti/in calo creativo/un bluff ecc.
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Parte III - De comicitate emilianae (o "Io & Gigi & Andrea")
La prima cosa che ho visto di G&A era la loro gag della mamma
e del figlio vitellone, che poi Andrea era una mamma sui generis,
visto che infatti e' un uomo. D'altra parte conta cio' che appare,
non quello che e' davvero, e infatti era vestito da donna.
Terminata la fase "hype", "Mezzo destro e mezzo sinistro" e
"Il lupo di mare" mi fecero quasi preferire Lino Banfi.
Ho visto "STVBSR" sabato notte a casa di Graziano e ho capito. Nonostante
non abbia visto niente di Alvaro Vitali, Renzo Montagnani,
Edwige Fenech. Allo stato attuale non sono un loro fan in
senso stretto, come e' dificile esserlo del tuo vicino di posto
ad un concerto di Bocelli, anche se e' un gran cantante (o
forse no), o a vedere Lando Buzzanca che recita brani da
"L'uccello migratore" (il film), anche se magari e' un ottimo
attore (o forse no). Ormai attendo con piu' trepidazione un
nuovo Vanzina o Neri Parenti, mentre mio nipote preferisce
ancora Disney, ma crescera'.
La differenza e' li'. Che io avevo un sonno tremendo quando
grazie allo zapping vidi "STVBSR", lui quando avra' la mia
eta' avra' visto "Panarea IV - L'anno dopo quello precedente".
Brutta roba se i tuoi miti vengono dimenticati dalle generazioni
future.
Gigi e Andrea? Meglio di Aldo Giovanni e Giacomo, comunque.
Cosi' ho lasciato in pace il telecomando anche se sapevo a
malapena che c'era Patrizia Pellegrino.

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Parte IV - "STVBSR": della presunta utilita' della parabola (in
senso proprio di parabolone, non in senso matematico o biblico)
Il darwinismo fa ormai tanti proseliti, che si dice comunemente "E' bene che
un autore si evolva, ma deve proprio farlo davanti a tutti?".
Dipende. L'evoluzione artistica non segue un'unica via giusta, in genere,
tutto dipende da caso a caso, ed anche un simile processo di maturazione
risponde a criteri esterni di fruizione estetica. E in ogni caso l'autore
fa il cazzo che gli pare, e chissenefrega della fruizione estetica.
Sicuramente e' un bene:
a) che Gigi & Andrea "sperimentino" la loro comicita' televisiva al cinema.
b) che lo facciano cercando di emanciparsi dal loro tono mammone-emiliano,
marchio di fabbrica piu' di singole opere che di un presunto "nuovo genere"
(il cosiddetto gigieandreiano), e tanto meno di un personale stile
registico,
anche perche' non li dirigono mica loro, i films.
Piu' che l'occhio con cui un autore mette in scena delle vicende, puo'
interessare come l'autore medesimo si pone verso questo occhio, soprattutto
in passaggi critici della carriera. Per quanto mi riguarda, il mio occhio
era abbastanza pesante, tipo "me cala la palpebra", quindi capirete
se mi ponevo verso l'occhio dell'autore in stato di semi-trance.
Gigi & Andrea, stranamente, lo fanno. Cosa? Non lo so.
Non c'era da sperarci troppo, visto l'autocompiacimento in cui cadevanp
spesso
e volentieri; ma soprattutto lo fanno per ellissi, ovali, parabole (in senso
matematico stavolta) e soprattutto iperboli, dimenticandosi dei tratti piu'
fruibili
del loro stile (la gag mamma/figlio sopra citata). Questo
significa due cose, opposte per locazione logica ma coordinate nel
risultato. E se non capite cosa sto dicendo, cazzi vostri.
A monte, una mancanza di divertimento in senso soggettivo. Gigi & Andrea si
impegnano, non ci divertono, arrivano addirittura ad apparire nella
pellicola
(buon segno, nel caso si apprezzasse la loro presenza scenica).Creano a
priori
(ma un po' anche a posteriori) lo spazio per muovere i personaggi
(difatti la vicenda ingrana a film finito), usano un intreccio molto semplic
e,
quasi inesistente, scelgono i loro attori e letteralmente tentano di
imparare a
girare un film, nel vero senso della parola: si esercitano perfino nelle
digressioni filosofiche, il loro pane quotidiano in fondo, ma non le
utilizzano
per il film, bensi' per le loro gag televisive. Niente e' davvero usato per
l'economia
interna della pellicola, e infatti le scenografie fanno pena,
un bene quasi d'altri tempi che avevano glorificato nel "tout se
tient" di Risatissima.
G&A semplicemente riflettono, e cercano di comprendere i meccanismi che
incosciamente sfruttano (con successo, anche quello inconscio).
Decidono consapevolmente di abbandonare la premiata formula
"genio & svaccatezza", a favore di un'operazione piu' di calcolo, di
meditazione:
"Non potendo andare piu' in basso della mamma, allora abbiamo scavato piu' a
fondo",
affermano.
Nel frattempo a valle del film, lo spettatore, cioe' il sottoscritto,
poveretto, si e' fatto le
3 di notte e ha delle aspettative, tipo andare a letto. E' suo diritto,
peraltro, non
tanto per i facili alleluja di Graziano che e' cotto come un cece, quanto
per
l'effettivo rompimento di scatole e l'abbiocco in agguato ad ogni minuto.
Ci sono dubbi a favore di una natura essenzialmente meteoritica dei Nostri:
possibile che G&A siano solo due deficienti? E l'interrogativo diveniva
tanto piu' angosciante, quanto piu' mi accorgevo che i  Nostri sono uno
di quei rari punti di contatto tra favore popolare, comicita' televisiva e
gnocca,
eppercio' papabili per investitura a livello di "mito" (uno dei pochi che
questa miserrima cultura novantottina riesce a proporre dopo il primo mezzo
secolo di
televisione, e in ogni caso a quest'ora della notte).
Per di piu' certe aspettative non erano arbitrarie anche dal punto di vista
strettamente contenutistico, giacche' gran parte della genialita' di
Gigi & Andrea si era mostrata in certi ritmi, certi toni, certi accenti
bolognesi *proprio perche' era fondata su di essi*, e dopotutto puntare su
sue capacita' cinematografiche "tout court" era una scommessa azzardata,
e sicuramente persa in partenza, vista la limitatezza dei tempi e
dei temi e soprattutto dei loro cervelli con cui si erano proposti al
pubblico.
Non che non potessero avere un talento da comici di prim'ordine, beninteso.
Ma quante sono le promesse non confermate, o i fallimenti di presuntuosi
che hanno varcato con hybris e Idris le soglie di un terreno a loro
congeniale?
Tutto sommato un timore affettuoso, piu' che una paura calcolata. O forse
un vago senso di schifo.
Vedere "STVBSR" per la prima volta, dunque, e' una sfida-collaborazione
per un risultato comune, pur con situazioni diverse:
G&A non sanno cosa vogliono, ma sanno bene come non ottenerlo; lo spettatore
medio,
ne' del tutto sveglio ne' esigente, vuole una conferma, una qualsiasi, anche
se
non e' certo di desiderare un secondo "Lupo di mare".
E, dopo la visione, si ha facolta' piena e legittima di spegnere il
televisore ed esprimere un giudizio sull'artista, computando forse non un
insuccesso,
quanto piuttosto una immane boiata, probabilmente non chiara neppure nei
suoi lineamenti
(cosa davvero non ha fatto funzionare il film? Cosa non lo rende un
capolavoro, ma non permette di archiviarlo tra i fallimenti? Cosa ci spinge
a desiderare che venga bruciato in piazza?), forse fugabile per mezzo di una
bella dormita.

Inguardabile. Voto: un'altra volta, adesso mi vado a letto.

stefano
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