Subject: Lars von Trier e Rocco Siffredi [CONGETTURE]
From:     "George Kaplan"
Date:    
Ciao ragazzi,

le festività pasquali mi hanno stimolato bizzarre riflessioni sul cinema
d'autore che riporto qui di seguito per la vostra gioia e diletto.

Dunque, l'abuso di cioccolata mi ha portato a formulare una sinistra
congettura: possibile che Lars von Trier, nello stilare le regole del suo
"dogma", si sia lasciato ispirare dal cinema di Rocco Siffredi?

Innanzitutto, prima di analizzare i fatti, una breve parentesi per quei
pochi sventurati che ancora non conoscono la mastodontica opera
cinematografica del grande Rocco.
Rocco Siffredi è l'unico oggi che, oltre a Tsukamoto, riesce a fare tutto da
solo continuando a lavorare in regime di totale autarchia nonostante possa
tranquillamente assoldare validi collaboratori per i suoi film: egli dirige,
produce, sceneggia, monta (in ogni senso), recita nelle vesti di
protagonista e credo che curi anche la fotografia. Molto spesso inoltre è
anche cameraman di se stesso, arrivando a riprendersi con la telecamera in
mano mentre scopa. Nel campo del porno è probabilmente il più grande (almeno
in Italia): è l'unico che riesce a restituire tutta la sincerità e il
realismo di una scopata, l'unico che riesce veramente a far credere in
quello che mostra. Mentre tutti gli altri, perlomeno i più quotati, (il
compianto D'amato in primis) si affidano al doppiaggio, alla fotografia
elaborata o a trame complesse, Rocco rifiuta tutto questo conferendo al suo
cinema la forza del realismo e l'emozione dell'autenticità. Per questo i
suoi film fanno veramente eccitare: perchè si vede chiaramente che non sono
fasulli, che non c'è finzione, che le attrici urlano veramente per il dolore
e godono per il piacere. E la regia di Rocco è inoltre tutt'altro che
dilettantesca o amatoriale, come la stragrande maggioranza dei porno.
Tutt'altro, essa è passionale, coinvolgente, emozionante, anche grazie al
costante uso della macchina a mano e alle arditezze registiche di Rocco. A
questo proposito si dipana la questione von Trier.


Per dimostrare la mia tesi, analizziamo punto per punto il manifesto del
dogma confrontandolo con le caratteristiche tipiche del cinema di Rocco.
Noteremo più somiglianze che divergenze.
Dunque:


"Le riprese dovranno aver luogo "in esterni". Scenografie e accessori non
possono essere aggiunti.
(Se alla storia è necessario un certo accessorio, bisogna scegliere un set
dove questo accessorio è presente)."



notiamo come anche in tutto il cinema di Rocco non vi siano mai scenografie
costruite appositamente per i film, i quali si svolgono tutti in ambienti
reali.





"Il sonoro non deve mai essere prodotto separatamente dalle immagini e
viceversa.
(Non si deve utilizzare musica a meno che questa non venga prodotta dove la
scena viene girata)."



anche qui il cinema di Rocco è tremendamente similare. La presa diretta è
una delle sue costanti, e l'uso di musica extradiegetica è limitato ai
titoli di testa e di coda.




"La macchina da presa deve essere tenuta a spalla. Ogni movimento – o
immobilità – fattibile a spalla è concesso.
(Il film non si deve svolgere dove è piazzata la macchina da presa; sono le
riprese che devono aver luogo lì dove il film ha luogo)."



idem per Rocco, il quale credo non abbia mai usato un cavalletto in vita sua
(e se l'ha usato, di certo non a fini registici).



"Il film deve essere a colori. L’illuminazione artificiale non è ammessa.
(Se la luce è insufficiente, la scena deve essere tagliata, oppure si può
montare sulla macchina da presa una sola lampada)."


i film di Rocco sono rigorosamente girati senza luci artificiali, e tutti
con modeste telecamere amatoriali (altro che il digitale di von Trier!).



"Filtri e ottiche speciali sono vietati."



figuratevi se Rocco ne ha bisogno.




"Il film non può contenere scene di azione superficiale. (Gli omicidi, le
armi, eccetera, non sono permessi)."



come ben sapete Rocco fa della non-simulazione uno dei suoi punti forza.



"I salti temporali e geografici sono vietati. (Il film ha luogo qui e ora)."



anche Rocco è favorevole all'hic et nunc come condizione essenziale per una
prestazione ottimale.



"I film di genere non sono ammessi."



mentre il compianto D'amato si cimentava spesso nei film in costume e nelle
ricostruzioni storiche, Rocco al contario ha sempre preferito raccontare
scene di vita realistiche e quotidiane, addirittura arrivando a intervistare
in presa diretta le sue attrici prima di scoparle (un po' come ha fatto
anche von Trier in "Idioti", con le interviste agli attori che si rivolgono
direttamente al regista/pubblico).



"Il formato del film deve essere 35 millimetri standard."



questo a Rocco non interessa, lui gira in video (come von trier) ma poi non
si preoccupa di riversare su pellicola. Il suo pubblico non se ne rammarica.



"Il regista non deve figurare nei titoli."



non credo che Rocco se ne preoccupi più di tanto...





Ecco qui. Come vedete le affinità sono tremendamente esplicite.
Se poi ci mettiamo anche il fatto che von Trier è ossessionato dal porno
arrivando anche a dirigerne uno.... beh, il tutto lascia presupporre che le
mie siano molto più che semplici congetture pasquali.



A voi l'ardua sentenza.





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"se io, AGUIRRE, voglio che gli uccelli cadano fulminati,
gli uccelli devono cadere stecchiti dagli alberi.
Sono il furore di Dio, la terra che io calpesto mi vede e trema.
Chi seguirà me e il mio fiume avrà grandi onori e ricchezze,
ma chi diserterà...."
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