E'
il giovane intellettualoide di iacine. Molto colto e filosofico, è
un critico verboso e complicato, tanto che la maggior parte legge soltanto
la prima riga delle sue recensioni e il voto. Ama i termini e le costruzioni
grammaticali avveniristiche, che usa in abbondanza indipendentemente dal
fatto che il significato gli sia più o meno noto. Lui discute per
principio. Decide di abbracciare l'una o l'altra tesi in base a quanto si
accordano al suo personaggio, a quanto facciano "contestatore",
"progressista", "libero pensatore", "dissidente"
etc. Lui non bada a quisquilie tipo quanto esse siano più o meno
sensate, sostenibili o fondate, né a quanto una discussione possa
essere utile e costruttiva. A lui interessa solo proporre una tesi rivoluzionaria
ed aver ragione di tutti coloro che dissentono. Apprendista cinefilo arguto
e dissacrante, e' da oltre un anno anche un trashman inedito: vanzinaro
militante, e' ormai nel tunnel, oltre il punto di non ritorno. Segategli
l'ultimo Neri Parenti e vi convincerà senza appello che ha la stessa
dignità artistica del miglior Godard. La verità è che
non gli frega granchè: ritiene che il Cinema sia morto nel '31, con
la dipartita del suo adorato Murnau. Nome in codice Lopo, il quinto, postumo
Beatle segreto. Del calcio se ne sbatte, ma tifa Brasile da
quando è rimasto fulminato dall'omonimo film di Gilliam. Eclettico. |