Enrico Battocchi
E' il giovane intellettualoide di iacine. Molto colto e filosofico, è un critico verboso e complicato, tanto che la maggior parte legge soltanto la prima riga delle sue recensioni e il voto. Ama i termini e le costruzioni grammaticali avveniristiche, che usa in abbondanza indipendentemente dal fatto che il significato gli sia più o meno noto. Lui discute per principio. Decide di abbracciare l'una o l'altra tesi in base a quanto si accordano al suo personaggio, a quanto facciano "contestatore", "progressista", "libero pensatore", "dissidente" etc. Lui non bada a quisquilie tipo quanto esse siano più o meno sensate, sostenibili o fondate, né a quanto una discussione possa essere utile e costruttiva. A lui interessa solo proporre una tesi rivoluzionaria ed aver ragione di tutti coloro che dissentono. Apprendista cinefilo arguto e dissacrante, e' da oltre un anno anche un trashman inedito: vanzinaro militante, e' ormai nel tunnel, oltre il punto di non ritorno. Segategli l'ultimo Neri Parenti e vi convincerà senza appello che ha la stessa dignità artistica del miglior Godard. La verità è che non gli frega granchè: ritiene che il Cinema sia morto nel '31, con la dipartita del suo adorato Murnau. Nome in codice Lopo, il quinto, postumo Beatle segreto. Del calcio se ne sbatte, ma tifa Brasile da
quando è rimasto fulminato dall'omonimo film di Gilliam. Eclettico.
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